- 6 Agosto 2016
- Postato da: Federico Cinus
- Categoria: Finanza Comportamentale

La Tassa di successione 2016 è un’imposta che le persone che ricevono in eredità un patrimonio, lasciato dal defunto, devono pagare allo Stato sulla base della dichiarazione di successione presentata all’Agenzia delle Entrate.
Fino adesso le aliquote adottate dall’Italia sono state abbastanza contenute, grazie anche alle franchigie che esonerano gli eredi dal pagamento dell’imposta. Ciò potrebbe però cambiare molto presto dal momento che il Governo sta seriamente pensando di aumentare la tassazione e ridurre le franchigie.
Questo significa che , anche per le pressioni di Bruxelles considerata la tassazione successoria agevolata rispetto a tutti i Paesi UE, le aliquote saranno presto riviste sensibilmente al rialzo al fine di allinearle alla media europea.
LE NOVITÀ 2016:
Le novità introdotte sulla successione sono state varie e importanti, tra le altre ricordiamo l’esonero da parte degli eredi di presentare la dichiarazione di successione sotto i 100 mila euro.
Dall’entrata in vigore del cd. “Decreto semplificazioni” , infatti, non è più obbligatorio presentare la dichiarazione di successione quando l’eredità, lasciata dal defunto al coniuge e ai parenti in linea retta, ha un valore non superiore a 100mila euro e se non comprende beni immobili o diritti immobiliari. Per cui se è il marito che viene a mancare, è la moglie e i figli che ereditano il patrimonio, e se questo è al di sotto dei 100 mila euro e non comprende case, negozi, terreni intestati al defunto o non vi sono diritti immobiliari, non è necessario fare entro 1 anno dal decesso, la dichiarazione di successione.
Questa semplificazione ha quindi reso le successioni di modesto valore molto più facili, basti pensare che prima dell’entrata in vigore del suddetto decreto, il limite era di soli 25.000 euro, inoltre, grazie al principio del favor rei, come conseguenza dei nuovi limiti, non vi saranno sanzioni per omessa presentazione della dichiarazione di successione nei termini da parte degli eredi che rientrano nella nuova soglia.
TASSA DI SUCCESSIONE: QUALI BENI SONO TASSATI?
L’imposta di successione è una tassa che le persone che ricevono una eredità un patrimonio sia mobiliare che immobiliare, o un diritto reale devono pagare in sede di presentazione della dichiarazione di successione, qualora l’eredità sia di un certo valore.
La tassa, abolita nel 2001 e reintrodotta dal 3 ottobre del 2006, è attualmente in vigore ed ha l’obiettivo di colpire i trasferimenti di proprietà dei beni o dei diritti reali lasciati dal defunto.
Per capire meglio cos’è la tassa di successione, va detto che l’imposta colpisce il patrimonio ereditato, inteso come differenza tra l’attivo e il passivo (eventuali debiti lasciati dal defunto), per cui quali beni sono tassati? Sono tassabili:
- Beni immobili di qualsiasi genere fabbricati (case, negozi, immobili strumentali) terreni agricoli o edificabili;
- Beni mobili: comprese barche, gioielli, opere d’arte, conti correnti bancari e postali, denaro, investimenti come ad esempio azioni, obbligazioni, fondi fiduciari, vita ecc.
- Ad essere tassate sono anche le aziende e partecipazioni di società di ogni genere, fatta eccezione, per i casi di esenzione previsti dalla legge che esonerano dalla tassazione di successione gli eredi e che vedremo meglio nel prossimo paragrafo.
QUALI BENI SONO ESCLUSI DALL’IMPOSTA?
I beni esclusi dall’imposta di successione sono:
- Titoli di Stato e Titoli di debito pubblico compresi i Buoni del Tesoro, Certificati di Credito del Tesoro e i Buoni del Tesoro Poliennali;
- Aziende familiari e partecipazioni sociali
- Società di capitali o cooperative o di mutua assicurazioni con sede in Italia: l’esclusione dall’imposta spetta solo per le partecipazioni attraverso le quali si acquisisce o si integra il controllo della società, a patto però che per almeno 5 anni gli eredi proseguano l’attività di impresa e/o detengano il controllo della stessa.
- TFR e le altre indennità che spettano per diritto agli eredi;
- Beni culturali sottoposti a vincolo culturale prima della successione, a patto che siano stati adempiuti gli obblighi di conservazione e protezione;
- Crediti verso lo Stato, enti pubblici territoriali, INPS, INAIL ecc;
Veicoli iscritti al PRA, perché sottoposti a tassazione separata.
QUANDO PAGARE?
Innanzitutto va detto che la denuncia di successione deve essere presentata entro un 1 anno dal decesso all’Agenzia delle Entrate presentando il modulo 4 dichiarazione di successione, a meno che il valore dell’eredità non sia al di sotto dei 100 mila euro e che non vi siano beni immobili o diritti immobiliari.
Nel caso in cui la dichiarazione vada presentata, e sia quindi obbligatoria, è la stessa Agenzia delle Entrate a calcolare la tassa di successione, tenendo in considerazione le franchigie, ossia, le soglie di esonero dall’applicazione dell’imposta che per fortuna,almeno per ora, sono molto alte: 1 milione di euro.
FRANCHIGIE.
Coniuge e figli, parenti stretti: solo per parte che eccede la franchigia da 1.000.000 di euro. Ciò significa che se un figlio riceve in eredità una casa dal proprio genitore, non deve pagare l’imposta di successione se il valore catastale dell’immobile non supera la suddetta soglia per la propria quota di eredità. Nel caso in cui, detta quota superi la franchigia, il figlio pagherà l’imposta sulla parte eccedente. In questo caso, l’aliquota da applicare è del 4% + imposta catastale e ipotecaria, in quanto trattasi di immobile in successione.
Fratelli e sorelle: anche in questo caso, la tassa di successione deve essere pagata solo nel caso in cui il patrimonio, in eredità, supera la franchigia da 100 mila euro. Se la propria quota è superiore alla soglia, si applica un’aliquota pari al 6% sulla parte eccedente.
Altri parenti fino al 4° grado, affini in linea retta, affini in linea correlata entro il 3°: rispettivamente nipoti, zii e cugini di primo grado e suoceri e cognati, non si applica alcuna franchigia, e si applica un’aliquota tassa di successione pari al 6%.
Altri soggetti: come ad esempio il convivente nessuna franchigia e aliquota all’8%.
Eredi disabili: è prevista una franchigia più alta a 1.500.00 euro.
COME SI CALCOLA L’IMPOSTA DI SUCCESSIONE?
L’imposta di successione si calcola sul valore complessivo dell’eredità lasciata dal defunto, per cui su tutti i beni mobili e immobili e diritti immobiliari, come indicato nel paragrafo precedente. Inoltre, per calcolare quanto e se gli eredi devono pagare la tassa, occorre tenere in considerazione l’ammontare del patrimonio e il grado di parentela, in quanto abbiamo già visto come il diverso grado di parentela incida sulla soglia di esonero e sull’aliquota da applicare al calcolo e non solo quindi sui beni immobili, e varia in base al rapporto di parentela tra defunto e beneficiario.
Dal punto di vista finanziario e’ determinante pianificare per tempo, con l’ausilio del proprio consulente finanziario di fiducia, una strategia successoria adeguata alle proprie esigenze. Ciò facendo si assicura un risparmio fiscale importante per i beneficiari legittimi e la serenità di aver sistemato i propri interessi prima che sia troppo tardi.
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